“Hamlet” di Lyndsay Turner

 

Lo scorso 15 ottobre il National Theatre di Londra, consolidando una tradizione iniziata nel 2009, ha trasmesso in streaming la diretta della rappresentazione di Amleto con regia di Lyndsey Turner (produzione di Sonia Friedman) superando ogni suo record: 225.000 spettatori, 1.400 schermi in 25 paesi live e/o in lieve differita.  In Italia uscirà nelle sale il 19 e 20 aprile 2016, in occasione dell’anniversario della morte del drammaturgo inglese.
Ieri sera Hamlet è stato presentato da Emanuela Martini al Torino Film Festival: pochi posti liberi al Reposi e tantissimi giovani che si sono lasciati attrarre dalla storia immortale del principe danese.


“Amleto è un ruolo, è un cerchio, che abita in ciascuno di noi” afferma all’inizio del film lo straordinario protagonista Benedict Cumberbatch. Infatti la tragedia di Amleto racconta temi universali: la morte, la follia, l’amore, la guerra, la sete di vendetta e soprattutto il tormento interiore.

Hamlet è uno spettacolo teatrale estremamente cinematografico, che è stato accusato dalla critica londinese di essere addirittura troppo cinematografico.
La scenografia è imponente e lussuosa, piena di dettagli. La scena si apre all’interno del palazzo reale danese: grandi lampadari preziosi, tavole imbandite, una grande scala.
Le luci (di Jane Cox) sono blu-fredde e illuminano dall’alto o lateralmente la scena, creando un suggestivo effetto di chiaroscuro.
Sicuramente cinematografica è anche la scelta di utilizzare in alcuni momenti il ralenti (come nel monologo iniziale di Amleto e nella scena del duello in cui viene ferito Laerte).

Anastasia Hille (Gertrude)

Il testo teatrale viene messo in scena con una certa dose di ironia che in alcuni momenti non manca di strappare un sorriso o una risata al pubblico. La variazione più evidente rispetto alla tragedia shakespeariana è quella di aver anticipato il famoso monologo “To be or no to be” al I atto.
I costumi sono stati sapientemente disegnati da Katrina Lindsay: Amleto veste una giubba seicentesca che sulla schiena reca la scritta “KING”, mentre altri personaggi hanno abiti d’epoca ma anche felpe e scarpe da ginnastica.
L’intento è quello di rendere familiare Amleto al pubblico di oggi, con le sue paure e le sue domande sempre attuali, con la sua sensibilità strabordante.

Tra i protagonisti, oltre all’eccezionale Cumberbatch, merita una menzione speciale Siân Brooke nel personaggio di Ophelia.
La forza dello spettacolo sono sicuramente il cast, l’imponente macchina scenografica e l’uso del linguaggio cinematografico, con movimenti della macchina da presa che movimentano la messinscena rendendola affascinante e coinvolgente nonostante 210’ di proiezione.

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