“Interruption” di Yorgos Zois

Oggi la Grecia è un paese socialmente e culturalmente in crisi, eppure il cinema nazionale è sempre molto attento nel monitorare questa crisi e nel coglierne ogni minimo segnale di movimento. Non esiste una vera e propria Scuola che riunisca la nuova generazione di cineasti greci, ma ciò non significa che non siano presenti caratteri comuni alle diverse poetiche.

Interruption, lungometraggio d’esordio di Yorgos Zois, rientra perfettamente in tale panorama. Il film ha inizio con luci sfocate in uno spazio scuro, segni di una presenza indefinita che sta per imbattersi in qualcosa di inaspettato. Quel qualcosa è un uomo anziano, completamente nudo. Lo accompagna una giovane donna dai capelli corti e biondissimi. I portatori della luce si rivelano essere Clitennestra e il suo amante Egisto. Il vecchio e la ragazza sono invece Agamennone e Cassandra. Conosciamo tutti il mito degli Atridi: la regina e il suo compagno uccidono il re tornato da Troia dopo molti anni con un’altra donna. Il confronto di Cassandra coi nuovi padroni del palazzo avviene poi in un cubo di vetro, al centro di un palcoscenico. Dovremmo assistere poi all’arrivo di Oreste e alla sua vendetta, ma lo spettacolo è interrotto da un gruppo di giovani che attraversano la platea e prendono la parola annunciando di essere il Coro. Il loro leader, un ragazzo dai capelli scuri e lo sguardo divertito, manda quindi a prendere dei volontari in mezzo al pubblico. Essi prendono parte attivamente alla rappresentazione.

“Quello che sta accadendo qui è realtà o finzione?” domanda un coreuta a una ragazza. “Realtà” risponde lei, ma non è  troppo convinta. La meravigliosa intuizione del film è affrontare un tema complesso e metterlo in scena senza mentire. Per capire meglio questa operazione forse dovremmo rileggere Pirandello. Ciò che conta è riconoscere che l’opera ha toccato un nervo scoperto della contemporaneità quando nel finale il giovane uomo si toglie la vita mentre il pubblico del teatro si alza in piedi convinto che la tragedia sia finita. Una vittima dell’indifferenza, l’ennesima. Toccherà ad attori e partecipanti spogliarsi dei vestiti e della vergogna.

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