“Sono Guido e non Guido” di Alessandro Maria Buonomo

Esordisce sul grande schermo Alessandro Maria Buonomo, uno dei sette professionisti della Elianto Film, con il suo primo lungometraggio Sono Guido e non Guido, un geniale mockumentary in cui si ritrovano gli elementi propri del documentario, con tanto di sigla di Superquark in sottofondo, mescolati all'animazione stilizzata, il tutto innervato da una forte ironia.


Il personaggio principale è il torinese Guido Catalano, scrittore, poeta e cabarettista, coinvolto in una vicenda surreale che si adatta perfettamente al suo personaggio, una rockstar sex symbol, simpatico però farabutto, in grado di coinvolgere, di spettacolo in spettacolo, un pubblico sempre maggiore. Eppure non sembra essere solo questo: dalle poesie scaturiscono una malinconia e un malessere che non gli appartengono. 

Quelle parole sono infatti di suo fratello Armando Catalano.

 

I due sono gemelli omozigoti, distinguibili solo da un paio di occhiali da sole utilizzati da quest'ultimo, forse come oggetto che lo può distinguere dal fratello. 

Armando Catalano
Armando Catalano
Sin dalla nascita apparivano buffi e in piena sintonia, elemento fondamentale negli anni successivi quando Armando smette di essere compreso dagli altri poichè affetto dalla sindrome di Kräftor, conosciuta come reversofonia, ovvero parla al contrario. Da quel momento i due fratelli si ritrovano a essere le due facce della stessa medaglia, diversi, ma complementari. Nasce così un connubio perfetto, il Catalano scrittore e il Catalano ammaliatore delle folle, a tutti noto unicamente come il poeta vivente Guido Catalano. 

Il primo, più solitario, ha tanta voglia di comunicare con gli altri, ma si ritrova a parlare unicamente con il suo coiffeur e a stare seduto in un bar a scrivere poesie che saranno attribuite per errore al fratello che, all'apparenza timido, riesce a sentirsi perfettamente a suo agio sul palco dove si esibisce con tappeto, poltrona, macchina da scrivere e l'immancabile bicchiere di vino.

E' un segreto conosciuto solo da pochi intimi che inizialmente sembra funzionare, ma con il tempo e con le donne la dipendenza l'uno dall'altro viene meno, fino a scemare in una separazione fatta prima da fredde email e poi da inviti mancati.
Probabilmente Guido dovrà trovarsi un alto poeta.

"Si può morire di ciliegie?
quante ne devo mangiare di ciliegie
per morire di ciliegie?
Se mai dovessi suicidarmi
m’ammazzerei di ciliegie". 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *