Messi and Maud

“MESSI AND MAUD” di MARLEEN JONKMAN

Messi and Maud non si è sempre chiamato così. Quando è stato presentato al Toronto International Film Festival (TIFF), si intitolava La Holandesa. Solo in seguito l’agente ha deciso di cambiare il titolo per il mercato internazionale. Ma per la regista Marleen Jonkman la sua opera resterà sempre La Holandesa. Ed è proprio intorno a una donna olandese che ruotano le vicende di questa pellicola.

Maud è in vacanza in Cile con il fidanzato Frank. Ha quarant’anni e vuole disperatamente un bambino ma, nonostante i tentativi, non riesce a rimanere incinta. Dopo un furioso litigio con il compagno, la donna scappa e intraprende un viaggio attraverso il Paese, dalla fredda Patagonia all’afoso deserto settentrionale. Lungo il cammino incontrerà svariati personaggi, tra cui il piccolo Diego, soprannominato Messi (come il calciatore), che l’accompagnerà in questa avventura senza meta e le permetterà, seppur solo per un breve periodo, di provare la sensazione di essere una madre.

Messi and Maude

Jonkman mette splendidamente in scena un momento complicato della vita di una donna che si tramuta in viaggio, che come nella grande tradizione dei road movies è sia concreto che interiore. La fuga di Maud dal fidanzato è infatti anche un tentativo di fuga da una vita che non la soddisfa. Più volte nel corso del film la donna proverà a reinventarsi, mentendo sulla sua identità; ciononostante l’ossessione della maternità continuerà a presentarsi. Messi rappresenta un punto di svolta e un’occasione di crescita.

Gran parte dell’efficacia del film sta nelle prove attoriali dei due protagonisti. Anche se Maud all’inizio potrebbe risultare antipatica, Rifka Lodeizein riesce a farci affezionare a lei. Il piccolo interprete di Messi, dal canto suo, si dimostra molto bravo, considerata anche la sua età. La chimica tra i due è stupenda e rende molto credibile il legame che unisce questi due personaggi così simili e complementari, entrambi in fuga da un’esistenza infelice (Messi ha un padre violento) e allo stesso tempo in cerca di qualcosa che riempia il loro vuoto (un figlio per Maud, una mamma per il bambino). Una menzione speciale va alla  fotografia, che restituisce un Cile da cartolina, i cui vasti spazi sembrano quasi accentuare la solitudine di Maud.

Marleen Jonkman

Durante la conferenza stampa, la regista ha raccontato la genesi della pellicola, che la sceneggiatrice Daan Gielis ha scritto ispirandosi a un periodo della sua vita molto simile a quello vissuto da Maud. Si è posto poi l’accento su uno degli aspetti principali del film, ovvero la disgiunzione tra universo maschile e femminile: il rapporto della protagonista con gli uomini è infatti molto conflittuale. Un elemento che secondo Jonkman non è stato deciso a priori, ma è stato frutto di scelte intuitive in corso d’opera.

La regista non ha mancato di osservare come fosse fondamentale trovare il bambino giusto per interpretare Messi, senza il quale il film si sarebbe sgretolato. E così Cristòbal Farias, scelto al posto del fratello maggiore (ritenuto troppo drammatico) ha conquistato tutti dimostrandosi da subito capace di comprendere le tematiche della pellicola. Un’ultima riflessione è stata posta riguardo il finale, culmine della maturazione di Maud che, accettando il fatto di non poter controllare tutto, trova finalmente il modo di far pace con se stessa.

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