“CHI-TOWN” DI NICK BUDABIN

È curioso come cambi la nostra concezione di “realizzarsi”. Partire dai sobborghi di Chicago, imparare lo sport dalla strada, diventare per due anni di fila “player of the year” dell’Horizon League, arrivare ad un passo dall’NBA e trasferirsi in una delle principali squadre professionistiche italiane vuol dire realizzarsi. Ma qualcuno in sala non è d’accordo: se un giocatore di basket non entra nell’NBA è un fallito.

Partiamo dall’inizio: Keifer Sykes è un cestista statunitense, alto 1,80 m, nato a Chicago il 30/12/1993. Comincia proprio qui la sua carriera dove, nonostante la sua limitante fisicità, dimostra di essere uno sportivo eccezionale e con grandi prospettive per il futuro. Budabin lo sceglie tra gli altri venti giocatori che come lui vengono selezionati a Chicago, e per circa quattro anni lo segue negli impegni sportivi e nelle varie situazioni familiari.

Il documentario si concentra su Keifer, ma non solo. Proprio grazie alla sua storia, infatti, si apre uno sguardo critico sulla Chicago in cui vive, dove la maggior parte degli afroamericani lasciano la scuola prestissimo e dove ogni giorno rischiano la vita, anche solo a uscire di casa a causa delle gang appostate a ogni angolo. Budabin riesce così a evidenziare l’importanza dello sport che per questi ragazzi non rappresenta solamente la possibilità di migliorare la loro situazione economica, ma anche di garantire un futuro più roseo alle proprie famiglie. Così, mentre vediamo Keifer fare prestazioni strepitose e cominciare ad affermarsi nelle giovanili della città, possiamo  conoscerlo anche da un punto di vista umano, all’interno della sua famiglia. Qui si delinea precisamente la qualità principale del ragazzo, ovvero quella di essere un leader naturale, ma soprattutto fuori dal campo. Oltre agli allenamenti vive per la famiglia, si prende cura di suo figlio e della sua ragazza, dimostrando così una consapevolezza rara per un diciassettenne. La videocamera inoltre non si dimentica della situazione da cui arriva e ci racconta vicende legate al suo passato, mostrandoci come Keifer si prenda cura anche di chi, a differenza sua, è stato travolto dalla difficile situazione economica e sociale di Chicago.

Keifer è stato a lungo uno dei migliori giocatori del basket americano ed è riuscito ad affermarsi anche nel resto del mondo, raggiungendo con un film a lui dedicato questo festival. Ditemi voi se questa è la storia di un ragazzo che non si è realizzato.

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