“RICORDI?” DI VALERIO MIELI

Ricordi? di Valerio Mieli è, come afferma lo stesso regista, “una storia d’amore semplice perché il centro del film è come questa storia viene raccontata”. Infatti, ciò che è conta è la forma del racconto: ricca di analessi, prolessi, ellissi, a ricordare le dinamiche temporali di un film culto, Eternal Sunshine of the Spotless Mind (Michel Gondry, 2004), con il quale condivide appunto la forma ma non i contenuti che, nel caso del film di Gondry, protendono verso una dimensione quasi fantascientifica in cui i personaggi hanno la possibilità di cancellare persone dai propri ricordi; altro possibile riferimento è 500 Days Of Summer (Marc Webb, 2009), con il quale il film di Mieli condivide l’impostazione del racconto oscillante nel tempo della storia d’amore.

Luca Marinelli e Linda Caridi

Il ricordo, come richiamato dal titolo, è il perno su cui ruota la storia di una coppia formata da un Lui cupo, attraente e magnetico – Luca Marinelli- e da una Lei allegra, spensierata (ma non troppo) e amorevole (Linda Caridi). Che cos’è il ricordo? Per Lui il ricordo è qualcosa da cui fuggire perché tende ad abbellire un passato che invece è sempre stato crudele (il bullismo subito da bambino, le liti dei genitori, la pazzia della madre); per Lei invece è un richiamo a qualcosa di bello che, come nel caso della morte di suo nonno (rappresentata in un’immagine onirica del letto di morte su un albero dai rami lunghi e fitti in un’allegra giornata di cielo limpido e sole), serve a tutelare e fissare in un’immagine il proprio passato.

Luca Marinelli e Linda Caridi

Ed è proprio in questo ricordo “reinventato” del nonno sull’albero si può intuire quanto Lui abbia ragione: il nonno è morto, ma non su un albero perché ciò che Lei ricorda è pura, seppur colorata e chiara, invenzione, una sdolcinata menzogna. Lui ha davvero ragione? Forse sì, o forse si sbaglia – perché è proprio grazie al ricordo, a volte attivato da stimoli tattili (il cappello di Lei sulla superficie di un armadio), altre da stimoli olfattivi (il profumo di Lei nel negozio di profumi), che le persone e le azioni vengono accumulate, tutelate e preservate nella storia di ognuno per assumere così valore positivo. Entrambi hanno torto, entrambi hanno ragione, perché il ricordo può cambiare forma e cambiare la persona a seconda di chi lo vive.

Linda Caridi

Il film non ha una trama particolarmente originale, è vero: ma parlare di originalità nel cinema contemporaneo ha poco senso dal momento che oggi non si può che tendere all’imitazione o forse meglio, alla citazione, al riferimento più o meno esplicito a dei modelli. 

La bellezza di Ricordi? è racchiusa sia nella fotografia, firmata da Daria D’Antonio, conosciuta per le inquadrature di Il padre d’Italia (2007), che riesce a creare un sistema organico e preciso di immagini perfettamente autosufficienti, sia nel montaggio, firmato da Desideria Rayner: catene di immagini in cui i colori riflettono sempre le emozioni dei personaggi dallo spettro positivo (toni accesi) allo spettro negativo (toni spenti), immagini in cui parlano (e anticipano molto) gli abiti degli attori in scena, sempre secondo la logica dei colori. Immagini che richiamano a volte la fiaba, sia nei caratteri limpidi e chiari, sia in quelli più torbidi e oscuri, ma anche la letteratura, come nel caso del Barone rampante di Italo Calvino (citato esplicitamente, per giunta).

A prescindere dall’originalità e dai topos delle storie d’amore sullo schermo, è stato un piacere ripercorrere i meandri della mente di questi due giovani amanti in un viaggio tra il loro passato (remoto e prossimo), presente e futuro, ricco di momenti che diventano immagini da guardare totalmente assorti, come davanti a un evento che, anche noi spettatori, non dimenticheremo facilmente.

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