OMAGGIO A IRA SACHS

Tra i numerosi ospiti ed eventi della trentaquattresima edizione, uno spazio speciale è stato riservato a Ira Sachs, autore di fama mondiale – in concorso a Cannes 2019 con Frankie – cui il Lovers ha dedicato un ampio omaggio, invitando il pubblico a ripercorrere insieme a lui un viaggio lungo vent’anni, che va da The Delta (1996) a Little Men (2016), passando per Keep the Lights on (2012) e Love is Strange (2014).

Ira Sachs al termine della proiezione di Little men, con il selezionatore Alessandro Uccelli.

Il cineasta statunitense ha introdotto tutti e quattro i film e ogni giorno si è fermato in sala al termine della proiezione per dialogare con gli spettatori, ai quali ha fornito dettagli riguardanti i processi creativi e produttivi e offerto preziose chiavi di lettura di una filmografia costellata di riferimenti autobiografici: dal sodalizio con il co-sceneggiatore Mauricio Zacharias al rapporto con gli attori (siano essi esperti come Alfred Molina o esordienti come Theo Taplitz), dalle esperienze adolescenziali e familiari al matrimonio con Boris Torres, l’opera del regista è strettamente interconnessa con la sua vita privata, se non addirittura inscindibile da essa. Sarebbe però riduttivo ricondurre l’autobiografismo alla semplice trasposizione cinematografica di esperienze realmente vissute, dal momento che non è in gioco la memoria dei fatti, bensì quella legata ai sentimenti che riaffiorano nei ricordi e che l’autore riversa nei suoi film. L’essenzialità è la principale cifra stilistica del filmmaker nato a Memphis: guardando i suoi film è infatti assai raro imbattersi in virtuosismi di regia, poiché ciò che gli interessa non è l’ostentazione del proprio talento, che si manifesta invece nei meccanismi introspettivi che caratterizzano i suoi personaggi: che si tratti di coming of age o di storie d’amore tormentate dalla dipendenza da droga e sesso, i protagonisti delle pellicole di Sachs sono alle prese con se stessi e con una società in cui faticano a integrarsi, e si muovono in contesti che hanno la stessa coloritura del loro linguaggio, dei loro incubi e dei loro sogni.

Ira Sachs non è per tutti. Pur rivolgendosi a un pubblico di ogni età, il suo cinema è destinato a esser compreso e apprezzato soprattutto da chi sia disposto a cogliere la spettacolarità emotiva che emerge dal realismo della sceneggiatura, della messa in scena e della recitazione.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *