MASTERCLASS WOMEN IN CINEMA: LE VOCI IN EVOLUZIONE DELLE DONNE NEL CINEMA

Si è svolta sabato 21 novembre la prima Masterclass del 38º Torino Film Festival. L’evento, mediato da Fedra Fateh, vicedirettrice del Festival, ha visto come protagoniste Waad Al-Kateab, giornalista e filmmaker, e Homayra Sellier, fondatrice dell’ONG Innocence in Danger. Le due ospiti, che sono anche parte della giuria del festival (quest’anno tutta al femminile), hanno raccontato come le loro vite si siano intrecciate al mondo cinematografico; in quanto donne, l’incontro con il cinema è risultato fondamentale per dare voce alle loro cause. Waad Al-Kateab ha realizzato il documentario For Sama (co-diretto con Edward Watts), ovvero un’emozionante lettera d’amore rivolta alla figlia per spiegarle la guerra in Siria e le ragioni che l’hanno spinta a restare ad Aleppo fino all’ultimo. Homayra Sellier, invece, ha fondato la sua organizzazione per fornire assistenza di ogni genere alle vittime di abusi sessuali. In entrambi i casi la narrazione cinematografica è stata l’occasione fondamentale per mettere in luce argomenti spesso evitati o posti in secondo piano. 

Per Al-Kateab, l’idea del documentario è nata solo dopo aver lasciato la Siria, dal momento che all’epoca dei fatti la giornalista non era certa di riuscire a sopravvivere alla guerra. Dopo aver organizzato il materiale raccolto, ha cercato di esprimere attraverso un punto di vista emotivo e sentimentale la situazione del suo paese, e ha così iniziato a lottare affinché la sua causa venisse ascoltata. Al-Kateab ha interpretato il successo inaspettato del film, presentato in molti festival e vincitore di vari premi (tra i quali il BAFTA per il migliore documentario), come sintomo di una maggiore considerazione sia verso le donne che fanno cinema, sia verso tematiche spesso ignorare. Durante la promozione del film, inoltre, ha iniziato a comprendere quanto il problema delle donne inascoltate fosse universale: che si tratti di paesi industrializzati o meno, una comunità non riuscirà mai a essere equa se non ascolterà il genere femminile; e la questione non si risolve da un giorno all’altro. Per questo è importante per Al-Kateab che le donne perseverino nell’esprimere le proprie opinioni e contribuiscano a fornire un punto di vista differente da quello maschile. 

La riflessione di Sellier si è focalizzata sull’esperienza di realizzare film che affrontino il tema dell’abuso sessuale. In particolare, ha spiegato come soprattutto in passato ci fosse la tendenza a non parlare in maniera esplicita dell’argomento, perché considerato tabù: è disturbante affrontare o vedere rappresentate questioni così delicate. In questo ambito il suo ruolo mira a supervisionare le sceneggiature per tutelare le vittime e, allo stesso tempo, per assicurarsi che il cinema venga usato come mezzo per rompere il silenzio e infrangere il tabù. Il pericolo principale da affrontare è il timore: queste storie devono essere raccontate e condivise. 

Entrambi i percorsi costituiscono una preziosa testimonianza di come il cinema riesca a offrire al pubblico la possibilità di avvicinarsi a un’esperienza apparentemente lontana, sia essa una guerra o un abuso sessuale; anche se i film non cambieranno il mondo, aumenteranno almeno la consapevolezza nel pubblico e amplificheranno la voce di chi chiede attenzione. E se poi la voce è quella di una donna, otterremo una prospettiva più completa del mondo, che è abitato da uomini e donne. A concludere la Masterclass, d’altro canto, non sono mancati i ringraziamenti alle figure maschili che forniscono sostegno alle donne.

Laura Anania  

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