“LA NOTTE PIÙ LUNGA DELL’ANNO” DI SIMONE ALEANDRI

“Bisogna continuare, non posso continuare, e io continuerò.” 
Samuel Beckett

A Potenza, durante la notte del solstizio d’inverno, la più lunga dell’anno, una donna è insoddisfatta del suo lavoro, tre ragazzi cercano di sfuggire all’età adulta, un politico corrotto tenta di raggiungere una sorta di salvezza, e il cuore di un giovane ragazzo si spezza. Queste sono le storie che il film di Simone Aleandri, fuori concorso al Torino Film Festival, intreccia; storie di personaggi in crisi, destabilizzati, storie diverse che convergono, però, nello stesso posto, una pompa di benzina, il luogo su cui il film si apre.

La figura che cuce insieme tutte le storie è il proprietario della pompa di benzina, colui che finisce per prendersi cura, come può, di queste anime sonnambule e smarrite, che non riescono a trovare un loro posto nel mondo, che ci mostrano un’umanità fragile e insieme combattente, guidata dall’impulso di andare avanti nonostante tutto, gettata alla mercé di noi spettatori nel momento più vulnerabile di tutti: la notte.

Il film si costruisce su un perfetto gioco di incastri, grazie a un lavoro di montaggio che ci fa passare da una storia all’altra in maniera fluida. Il passaggio viene reso possibile non solo dal personaggio ricorrente del benzinaio, ma anche dall’atmosfera che avvolge le storie, una malinconia natalizia veicolata dalla presenza costante di piccoli presepi e delle lucine di Natale che si accendono e si spengono a intermittenza, unita al brusio delle televisioni sempre accese, che a volte la macchina da presa inquadra direttamente; allora, le voci al loro interno si fanno più nitide e vediamo alcuni personaggi noti delle serate Rai, che ci restituiscono un senso preciso di italianità. Altri elementi ritornano nelle varie storie, legandole insieme: il freddo della notte che tormenta i protagonisti e il colore blu, colore che impregna soprattutto il personaggio di Luce (Ambra Angiolini), in cui confluiscono tutti gli intensi sentimenti degli altri protagonisti. La rabbia, la delusione, la stanchezza, l’insicurezza, la disperazione, tutto confluisce nell’infelicità che Luce porta con sé, un dolore continuo, una ferita aperta che non riesce a cicatrizzare, con cui sa che dovrà continuare a convivere.

La notte, però, non dura per sempre: l’arrivo delle prime luci dell’alba si porta via le sue storie, obbligando i personaggi di Aleandri a confrontarsi con il seguito delle loro vite. E, anche se non possono continuare, continueranno.

Giulia Seccia

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