“PIANO LESSONS” DI ANTONGIULIO PANIZZI

Piano Lessons è un’esperienza emotiva, un vorticoso turbinio di commozione che trova nel cinema documentario il mezzo privilegiato per esplodere raccontando la storia quasi sconosciuta di German Diez Nieto, musicista e virtuoso concertista che abbandonò il palco per dedicarsi esclusivamente all’insegnamento musicale.

Nella prestigiosa fabbrica di pianoforti Steinway & Sons di New York sta per cominciare un concerto per pianoforte in cui si esibiranno alcuni dei musicisti più talentuosi della città. Hanno in comune una peculiarità che li distingue da tutti gli altri e li unisce per la vita: sono stati, tutti, allievi di German Diez Nieto. Antongiulio Panizzi racconta con discrezione la sua storia, accompagnando Francesca Khalifa (allieva di German Diez, produttrice del film e ideatrice del progetto) negli incontri con i suoi colleghi. La musica rivela un mondo altro, dipinto dalla pittrice Elena Ricci le cui animazioni intervallano il film: un mondo in bianco e nero, evanescente e dai contorni indefiniti, in cui esplodono guizzi di colore. Una metafora perfetta del pianista che, su una tela fatta di tasti d’avorio, dipinge nero su bianco le sfumature della propria musica.

Francesca Khalifa e Bennett Lerner

Piano Lessons ripercorre la vita di un Maestro, prima ancora che di un pianista, attraverso gli occhi dei suoi studenti. Per German l’insegnamento è sempre stato, prima di ogni altra cosa, un atto d’amore: «iniziò a suonare per un motivo molto semplice: perché gli piaceva ascoltarmi» racconta in una toccante intervista quello che fu il suo primo maestro, il fratello Alfredo Diez Nieto, bambino prodigio e musicista per tutta la sua vita. Forse è anche per questo che German nel suo modo di insegnare voleva che i suoi studenti fossero come una famiglia. È un caso straordinario, quasi unico, il legame che ha creato con i suoi allievi, in netto contrasto rispetto all’ambiente spietato ed estremamente competitivo che solitamente viene raccontato. German creava tra i suoi allievi un senso di comunità  e appartenenza, un luogo sicuro in cui potessero sentirsi liberi di esprimere se stessi attraverso la musica.

Una volta, mi chiesero quale fosse il mio pianista preferito.
Risposi: “tutti i miei allievi”.

Ritroso a esibirsi quanto generoso nell’insegnare, questo amore gli viene restituito, a turno, dai pianisti che hanno avuto la fortuna di studiare al suo fianco. Lo sentono in ogni nota, in ogni fraseggio, nella fisicità del loro corpo che il Maestro gli ha insegnato a far vibrare. E, soprattutto, lo insegnano ai loro studenti, tramandando un’eredità musicale che dal grande Franz Liszt è arrivata in linea diretta, di maestro in maestro, fino a German Diez Nieto e che lui, a sua volta, ha consegnato nelle mani sicure dei suoi musicisti.

Sara Longo

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