Archivi categoria: Interviste

Gabriele Salvatores – Una conversazione su cinema e musica

“Avrei voluto fare il musicista ma come chitarrista non ero abbastanza veloce, allora mi sono dedicato al cinema”. Brillante come sempre, Gabriele Salvatores si presenta così all’evento di lunedì 21 novembre, dal titolo Una conversazione su cinema e musica.

Nella suggestiva location dell’auditorium del grattacielo di Intesa Sanpaolo, abbiamo assistito a un interessantissimo dialogo tra il guest director di questo TFF e  Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del Cinema. L’incontro si è dipanato come una libera conversazione tra amici appassionati di cinema, e la formula è stata davvero apprezzata da tutti i presenti in sala.

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Intervista a Samuele Sestieri e Olmo Amato, registi de “I racconti dell’orso”

Gli studenti del Dams Cinema guardano ai film in concorso al Torino Film Festival con passione, critica ed ammirazione. Romanticamente sperano di essere lì, un giorno, a presentare una loro opera.Samuele Sestieri ha un passato come critico cinematografico e Olmo Amato come regista di cortometraggi; la loro giovane età e il fatto di essere in concorso con la loro opera prima, ci dà fiducia e speranza.

I racconti dell'orso - film

Li abbiamo incontrati ed intervistati per cercare di capire le difficoltà che giovani cineasti possono incontrare nella realizzazione del loro primo lungometraggio.

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“Prima che la vita cambi noi” di Felice Pesoli – Incontro con gli studenti DAMS

Milano, fine anni Sessanta. Umberto è un adolescente che decide di farsi crescere i capelli, i professori lo guardano storto e puntandogli l’indice in fronte gli suggeriscono di tagliarli. Un gruppo di suoi compagni di classe lo chiude in bagno, minacciando i suoi ciuffi con un paio di forbici da barbiere. Lui urla, si dimena e dopo pochi minuti gli amici fricchettoni scardinano la porta, entrano ed è subito rissa. Secondo Felice Pesoli tutto è cominciato lì, da una banda di capelloni che ha deciso, senza troppa coscienza politica, di minare quell’ideale conservatore di mascolinità che i genitori avevano ben ereditato dai loro padri, quarant’anni prima.

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Premio Cipputi alla carriera a Francesca Comencini

A vent’anni dalla sua nascita il premio Cipputi viene assegnato a Francesca Comencini, unica cineasta ad aver avuto per due volte questo onore, nel 2007 per il film In fabbrica e quest’anno come riconoscimento per la sua carriera.

La regista è particolarmente legata a questo premio, anche perché sotto la direzione di Gianni Amelio aveva fatto parte in passato della giuria dello stesso. Afferma che è molto legata a In fabbrica e si rifiuta di incasellarlo all’interno di un genere ben definito. L’intento della Comencini non è infatti quello di fare film sul tema del lavoro, ma quello di “raccontare” le persone: “film contemporanei esposti in modo familiare”, specchi delle vite degli altri. Il lavoro è solo uno dei ounti di vista possibili per raccontare gli esseri umani ai giorni nostri.

Cita l’esempio di Mobbing – Mi piace lavorare, film che tratta il tema spinoso delle donne all’interno di un mondo del lavoro maschilista. Francesca Comencini si lamenta della scarsa presenza di registe e di personaggi femminili che non siano subalterni a quelli maschili nei film italiani; riscontra ad esempio un’insopportabile retorica nella visione maschile di temi come la maternità. La sua personale visione collettivistica tutta al femminile e le sue convinzioni politiche condizionano ovviamente il suo modo di lavorare .

Un giornalista chiede cosa pensi la Comencini della serie televisiva Gomorra di cui ha scritto due episodi nella prima stagione e prevede di firmarne tre nella seconda. Ammette di essere “elettrizzata” per questo lavoro e di essere pronta a far valere il suo punto di vista femminile nella serie. Per l’episodio 7, da lei scritto, rivela di essersi ispirata ai suoi documentari sul lavoro al fine di rendere verosimile l’organizzazione criminale dello spaccio: anche lì sono necessarie regole e orari ferrei.

Tra i progetti futuri di Francesca Comencini c’è la collaborazione con il progetto Fandango intitolato Nella battaglia: un film sulla lotta sentimentale tra uomo e donna, fuori da un ordine patriarcale precostituito, alla ricerca di una parità di ruoli che mantenga le caratteristiche di genere.