illaureato

“The Graduate” (“Il laureato”) di Mike Nichols

Fuga dalla middle class

Los Angeles. Un impacciato e vulnerabile ragazzo (Dustin Hoffman) galleggia in mezzo alla piscina del giardino di casa nascondendo l’angoscia per il futuro dietro un paio di occhiali scuri. Ma la musica che sentiamo (The Sound Of Silence di Simon & Garfunkel) rivela il suo sgomento davanti alla vita che ha già trascorso e a quella che l’attende. Benjamin Braddock, figlio dell’agiata middle class californiana, neolaureato alla Berkeley University, basso e bruttino, goffo e insicuro, ha sempre la stessa espressione e non si separa mai dalla sua adorata automobile, una Duetto Alfa Romeo che farà epoca. In realtà, l’apparente inerzia di Ben, che lo farà finire tra le braccia e le lenzuola dell’annoiata quanto avvenente Mrs. Robinson (Anne Bancroft), nevrotica amica dei suoi genitori, si rivelerà essere molto più consapevole e lucida di quanto non sembri.In piena crisi d’identità, Benjamin oscilla tra Mrs. Robinson e sua figlia Elaine (Katharine Ross), L.A. e Berkeley, materia ed intelletto, esponendo con una calma che tradisce tensione il suo percorso di rivolta all’interno delle costrizioni borghesi e la sua estraneità totale al mondo dei genitori che appare un grigio, rigido, ritrito universo fatto di regole ineludibili, etichetta inamidata, convenzioni pregiudizievoli e discorsi fatui colmi d’ipocrisia e di perbenismo.

Dal romanzo omonimo di Charles Webb, sceneggiato da Buck Henry e Calder Willingham, Mike Nichols (Closer, Piume di struzzo, Wolf – La belva è fuori, A proposito di Henry, Una donna in carriera, Conoscenza carnale, Comma 22, Chi ha paura di Virginia Woolf?) ha tratto il secondo film – forse il migliore – della sua filmografia (per la quale ha vinto l’Oscar per la miglior regia), opera di culto per il pubblico giovanile degli anni ’60, ma anche di oggi. Il laureato è un verità un film molto datato, ma proprio per questo testimonia quale clima si respirava all’epoca, segnata tra l’altro dalla trasgressione sociale e sessuale.

Il ruolo di Benjamin Braddock è perfetto per Dustin Hoffman, anche se l’attore californiano fu soltanto la quarta scelta di Nichols: a interpretarlo dovevano infatti essere Robert Redford, Warren Beatty o Charles Grodin. Fortunatamente, tra rifiuti e impossibilità, si arrivò a Hoffman, allora  un semisconosciuto ventinovenne, che poté così diventare per sempre “il laureato”. Indimenticabile il trascinante finale, con il matrimonio interrotto all’ultimo momento e Benjamin ed Elaine/Katharine Ross in fuga, seduti in fondo a un autobus, diretti verso una nuova vita.


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