“Slam – Tutto per una ragazza” di Andrea Molaioli

Il termine slam può assumere diversi significati: può essere il suono onomatopeico che riproduce un rumore secco, come di una porta chiusa con forza (to slam, sbattere), o di una sberla in piena faccia; ma è anche un vocabolo specifico nel linguaggio degli skaters. Per questo motivo è anche molto simile al soprannome del protagonista dell’ultimo film di Andrea Molaioli (La ragazza del lago, Il gioiellino), l’adattamento cinematografico, molto fedele, del romanzo di Nick Hornby, Tutto per una ragazza.

Barbara Ramella e Ludovico Tersigni in una scena del film

Samuele, detto Sam (Ludovico Tersigni), ha sedici anni e una grande passione: lo skateboard. Dopo la scuola, passa il tempo a provare i vari tricks insieme agli amici, seguendo l’esempio del suo idolo e mentore Tony Hawk, il più grande skater di tutti i tempi, che gli insegna a rialzarsi da terra dopo ogni caduta con la voglia di riprovare e di farcela. La sua vita scorre normalmente finché ad una noiosa festa di adulti non incontra Alice (Barbara Ramella); i due si frequentano, si innamorano e fanno le loro prime esperienze erotiche. Poi però si lasciano (anzi, è Sam a lasciare Alice: si sente soffocare, vuole tornare sullo skate) e qui accade quello che non dovrebbe: mamma e papà, sapete che c’è di nuovo? I vostri figli stanno per diventare genitori! Proprio quello che Sam aveva sempre sostenuto di non volere: fare un figlio a sedici anni, esattamente come era successo ai suoi genitori (la madre Antonella, una convincente Jasmine Trinca e il padre Valerio, interpretato da Luca Marinelli che si riconferma un vulcano di bravura, nonostante il ruolo molto marginale nel film).

Dopo varie discussioni e prediche da parte dei genitori (che sembrano soltanto in apparenza più esperti e preparati dei figli ad affrontare certe situazioni), Sam e Alice decidono di tenere il bambino e lo chiamano Rufus, o più confidenzialmente Ufo (di nome e di fatto, dato che il suo arrivo rappresenta un po’ qualcosa di alieno e inaspettato nelle vite dei giovani ragazzi e anche dei loro genitori, che a loro volta si trovano ad essere nonni molto prima di quanto avessero mai immaginato). I viaggi nel futuro che Sam compie durante i sogni spiazzano e fanno sorridere, ma alla fine si vede che la realtà è meno complicata di come si pensava e che essere genitori, in fondo, non è un’impresa così impossibile, se si mette in conto che nella vita, come nello skateboard, si cade e poi ci si rialza per provare sempre un nuovo salto verso la vita adulta.

Anche se Slam – Tutto per una ragazza, presentato al 34° Torino Film Festival, sembra incunearsi nella scia di Piuma di Roan Johnson (visto alla Mostra di Venezia lo scorso settembre) è l’adattamento di un romanzo già esistente, ci si potrebbe chiedere perché il regista abbia scelto di raccontare proprio questa storia, dal tema forse già un po’ visto e snobbato dalla critica e in parte anche dal pubblico. Questa volta però, dato che il film non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo con questa tematica, possiamo provare a prendere Slam per quello che è? Un film leggero, che tocca le corde giuste e, se anche semina molto di irrisolto, ci lascia con un sorriso.

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