In ricordo di Corrado Farina

Nella giornata di venerdì 2 dicembre si è tenuta presso il Cinema Romano, in occasione del Sottodiciotto Film Festival & Campus 2016, la presentazione del volume Attraverso lo schermo. Film visti e film fatti edito da Il Foglio. Nel volume è l’autobiografia di una importante figura del cinema torinese e non solo: Corrado Farina.

L’incontro, condotto da Steve Della Casa (direttore del Festival) e Matteo Pollone dell’Università di Torino, ha permesso “a chi ha conosciuto Dado di ricordarlo con affetto e semplicità”,  come sottolinea lo scrittore Ernesto Ferrero.

“Se tu ami la sala cinematografica come me, se riuscirò a spingerti a trovare film che non conosci, allora forse questo libro sarà servito a qualcosa” . Con queste parole Corrado Farina si approccia al lettore nelle prime pagine delle sua autobiografia, e a leggerle a voce alta in sala c’è il figlio, Alberto Farina, il quale afferma “questo libro è tutto papà”.

Corrado Farina è scomparso l’11 luglio di quest’anno. Egli è stato pubblicitario, filmmaker indipendente (regista di Hanno cambiato faccia del 1971 e di Baba Yaga del 1973), operatore culturale, studioso di cinema (il suo primo saggio era dedicato a Ingmar Bergman) e, prima di ogni altra cosa, uno spettatore di cinema. Questo binomio autore-spettatore riemerge nelle pagine del libro, dove l’autore inizia a raccontarsi attraverso i suoi primi ricordi cinematografici rievocando la sua esperienza da spettatore con film come Il ladro di Bagdad del 1940. Nel corso del processo di recupero della memoria alcuni titoli sono andati perduti, ma restano i ricordi delle immagini impressionate sulla pellicola.

La pellicola, in particolare il formato Super8, rappresentò per il cineasta la sua principale passione. Infatti, come ricorda Ernesto Ferrero, quando studiava architettura “armeggiava già come un drago la Super8” e creava sempre stupore tra gli amici. Aveva una “passione totalizzante per il cinema”, che lo conduceva nelle scelte più ardue, come proiettare in una scuola elementare Roma città aperta o nel mettersi alla prova con la realizzazione di opere come la Vita segreta di Emilio Salgari. Autobiografia immaginaria di Salgari.

Un’altra impresa fu quella di Ti ucciderò del 1961 , proiettato in sala dopo la presentazione dell’autobiografia. Nel cortometraggio Farina riesce ad adattare ai tempi e al suo spirito ironico una storia di Mickey Spillane, interpretata da un ventitreenne Ernesto Ferrero.

Fin dai titoli di testa del cortometraggio, lo spettatore viene a contatto con il mondo del “divertire con il cinema”, che emerge fin dai titoli di testa, dove compare “una produzione DadoFilm”.

Ernesto Ferrero, Alberto Farina e Pietro Gallina , presenti in sala durante la proiezione, sorridono al ricordo delle pellicole girate insieme e del “mondo del divertire di papà”. La semplicità, l’ironia, l’umiltà e il gusto di mettersi in gioco saranno sempre ricordate da chi leggerà l’autobiografia e da chi “non riuscirà mai a parlare di lui al passato ma che lo racconterà con affetto e ironia, proprio come lui si approcciava a noi”.

 

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