“Yo Yo” di Ugo Nespolo

Essere gemelli è una questione d’intesa. Un’avventura che parte da una cameretta e riesce a vedere l’anima in tutte le cose, a rendere disegni su carta degli esseri viventi. Proprio come dimostra Ugo Nespolo, nella sua ultima collaborazione con Rai Yo Yo.

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Alfio Bastiancich, Ugo Nespolo, Stefania Gallo

Aiutato dalla regista Stefania Gallo e dal produttore Alfio Bastiancich, il maestro della Torino pop realizza la nuova serie-cartello del canale per bambini, che prende in prestito alcune sue opere e le trasforma nella scenografia di plastilina in cui si muovono i due gemellini Yo (maschio) e Yo (femmina), dopo il rituale salto sul tappeto magico che li catapulta nella loro fantasia. Qui risolvono problemi (uno per episodio) e veicolano valori: la capacità di chiedere aiuto, il rispetto delle esigenze altrui, la valorizzazione del proprio sé, l’importanza delle strade verso casa…

Così il progetto soddisfa tutti: Nespolo, cui la madre rimproverava il desiderio di restar fanciullo per sempre, i piccoli spettatori già in fermento per la prossima stagione in Tv, e pure il signor Giampò, mio vicino di poltrona, che dopo una vita di regia amatoriale tra il Piemonte e le Cinque Terre, finalmente si accomoda coi nipotini e scopre la potenza del 3D.

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