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“FIRST NIGHT NERVES” DI STANLEY KWAN

Stanley Kwan è un regista che non ha bisogno di presentazioni. Cresciuto nella seconda New Wave del cinema honkonghese, First Night Nerves rappresenta  per lui il ritorno alla sua città natale dopo un lungo periodo di assenza. Benché molte sequenze siano girate in un teatro di posa o in interni non meglio specificati, la città riveste un ruolo fondamentale – anche se non pregnante come nelle opere precedenti. Ambientare la messa in scena della fittizia pièce teatrale, Due sorelle, nel city hall di Hong Kong è poi una dichiarazione d’affetto per questo edificio, in cui il regista ha trascorso molto tempo tra direzione di spettacoli e festival di cinema, e di cui in anni recenti è stata proposta la demolizione. Continua la lettura di “FIRST NIGHT NERVES” DI STANLEY KWAN

“THE MAN WHO STOLE BANKSY” BY MARCO PROSERPIO

Article by: Laura Barbella

Translation by: Melania Petricola

Bodybuilder, taxi driver, thief and art dealer: Walid called The Beast is the first person that the director Marco Proserpio met after crossing the checkpoint from Jerusalem to Bethlehem. Along the way the huge taxi driver told him about how he carried off four tons of cement from the artwork Donkey with the Soldier by Banksy and how he put it up for auction on eBay for 100.000$.

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“THE MAN WHO STOLE BANKSY” DI MARCO PROSERPIO

Bodybuilder, tassista, ladro e mercante d’arte: Walid detto The Beast è la prima persona che il regista Marco Proserpio ha incontrato dopo aver attraversato il checkpoint da Gerusalemme a Betlemme. Durante il tragitto l’enorme tassista gli ha raccontato di come ha asportato quattro tonnellate di cemento con l’opera Donkey with the Soldier di Banksy e le ha messe all’asta su Ebay per 100.000$.

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“L’OSPITE” DI DUCCIO CHIARINI

Verte sulla precarietà questo “romanzo di formazione fuori tempo massimo”, come l’ha definito il regista stesso, che indaga il dissidio tra età biologica e psicologica. Duccio Chiarini arriva a Torino con il suo secondo film, L’ospite, compreso tra i titoli della sezione Festa Mobile del Torino Film Festival e accolto con calore dal pubblico in sala.

Un racconto equilibrato che mescola sapientemente ironia e dramma mostrando il “viaggio” di Guido, ricercatore universitario sulla soglia dei quaranta costretto a ricomporre i pezzi della propria esistenza dopo una relazione fallita.

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“IL MANGIATORE DI PIETRE” DI NICOLA BELLUCCI

Cesare (Luigi Lo Cascio) cammina col passo fermo della gente di montagna, come se le pietre le mangiasse coi piedi. Ha lo sguardo duro di chi sulle montagne ci è nato, di chi non saprebbe vivere altrove, di chi dalla montagna è stato scolpito. Continua la lettura di “IL MANGIATORE DI PIETRE” DI NICOLA BELLUCCI

“BULLI E PUPE” DI STEVE DELLA CASA E CHIARA RONCHINI

Se gli anni Sessanta, tema del documentario precedente di Steve Della Casa, Nessuno mi può giudicare (2016), sono entrati con maggiore forza nell’immaginario collettivo, gli anni Cinquanta si presentano ancora, ai più, come un periodo caotico, tutt’al più semplificabile in un schema dicotomico, tra Partito Comunista Italiano e Democrazia Cristiana, tra URSS e USA. La forza di Bulli e pupe consiste proprio nel cercare di abbattere questa divisione per provare a vedere oltre, concentrandosi sui veri protagonisti di questa stagione: i giovani.

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“BLAZE” BY ETHAN HAWKE

Article by: Maria Cagnazzo

Translation by: Giulia Maiorana

The description of someone’s life through words and musical notes. This is Blaze, a film by Ethan Hawke, presented in the Festa Mobile section at the 36th Torino Film Festival. It is the story of the country singer Blaze Foley, who died at the age of 40 because of his extreme dissoluteness, or for his audacity.

The narration is a constant coming and going between past and present, as a matter of fact it unravels in three different time-frames: Blaze’s life with his muse before success; the singer after Sibyl; friends who talk about him on the radio after his death.

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“BLAZE” DI ETHAN HAWKE

Il racconto di una vita attraverso le parole e le note della musica. Questo è Blaze, film di Ethan Hawke presentato nella sezione Festa Mobile del 36º Torino Film Festival. È la storia del cantante country Blaze Foley, morto all’età di 40 anni per la sua troppa dissolutezza, o per il suo troppo coraggio.

La narrazione è un continuo andirivieni tra il passato ed il presente, si dipana infatti su 3 piani temporali differenti: la vita di Blaze prima del successo, insieme alla sua musa; il cantante dopo Sybil; gli amici che lo raccontano alla radio in seguito alla sua morte.

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“THE WHITE CROW” DI RALPH FIENNES

Un biopic sulla vita di Rudolf Nureyev,  il grande ballerino, è la terza opera alla regia di Ralph Fiennes, noto al pubblico per la sua carriera di attore (Harry Potter, Schindler’s List, Grand Budapest Hotel, per citare solo alcuni dei titoli più noti) e che nel proprio film decide di interpretare la parte del maestro di ballo all’Accademia di danza di San Pietroburgo (all’epoca Leningrado).

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“THE WHITE CROW” BY RALPH FIENNES

Article by: Samuele Zucchet

Translation by: Giulia Quercia

A biopic about the life of the famous dancer Rudolf Nureyev, is the third director work of Ralph Fiennes, well known for his acting career (Harry Potter, Schindler’s List, Grand Budapest Hotel, to name some of the most notorious titles). In this own film, Fiennes decides to play the dance teacher of the dance Academy of St. Petersburg (at that time, Leningrad).

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“MADELINE’S MADELINE” BY JOSEPHINE DECKER

Article by: Alessia Durante

Translation by: Letizia Bosello

A woman talking about emotions to a cat. Maybe. A girl purring to her mother as if she was a cat. Some women wandering on a stage with fake pork heads on, creepy as if they were real. These are some of the images shown in the first five minutes of Josephine Decker’s new feature film, presented at the Torino Film Festival. The resulting confusion is the only certain element perceived by the audience, and it immediately appears as the film’s main feature, which is disturbing both in contents and in representation. Continua la lettura di “MADELINE’S MADELINE” BY JOSEPHINE DECKER

“MADELINE’S MADELINE” DI JOSEPHINE DECKER

Una donna che parla di emozioni ad un gatto. Forse.
Una ragazza che fa le fusa a sua madre come se fosse un gatto.
Alcune donne che si muovono su un palco con addosso delle teste di maiale finte, inquietanti come se fossero vere.
Queste alcune immagini mostrate nei primi cinque minuti del nuovo lungometraggio di Josephine Decker che torna al Torino Film Festival con il suo ultimo film. La confusione che ne deriva è l’unico elemento certo che è permesso percepire allo spettatore, e si afferma immediatamente come marca di quest’opera, conturbante tanto nei contenuti che nelle modalità di rappresentazione. Continua la lettura di “MADELINE’S MADELINE” DI JOSEPHINE DECKER

“PROCESSO A CATERINA ROSS” DI GABRIELLA ROSALEVA

“Questo film è uno sguardo che guarda, non tutti gli sguardi guardano ma lui lo fa, è vivo, attento.
Non falsifica, non aggiunge, non ci sono effetti speciali.
Non vuole accalappiare lo sguardo del pubblico, mostra la realtà per com’è: dura e crudele.
Questa realtà non è piacevole ma va guardata, non bisogna mai abbassare la guardia”.

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“ZGODOVINA LJUBEZNI/HISTORY OF LOVE” DI SONJA PROSENC

Nella staticità e nel silenzio irrompe sullo schermo un brusco e improvviso fragore: si tratta del corpo della protagonista, Iva, che si immerge, tuffandovisi, in un corso d’acqua. È questo uno dei frammenti iniziali di History of Love, pochi secondi in cui sono anticipati elementi significativi e ricorrenti all’interno del film.
Si tratta dell’opera seconda di Sonja Prosenc, regista slovena che ha attirato su di sé l’attenzione della critica tramite il precedente The Tree.

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“TREVICO-TORINO” BY ETTORE SCOLA

Article by: Elia Ariel Diamond

Translation by: Melania Petricola

“But you are going to school…you went to school. If not, how can you say that books are like skylarks? I want to understand that. Then, I can criticise it. But only after understanding, and not just because you say so.”

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“HAPPY NEW YEAR, COLIN BURSTEAD” BY BEN WHEATLEY

Article by: Elisabetta Vannelli

Translated by: Alice Marchi

“If they don’t dance, they fight”. With these words Colin, the oldest son, tries to keep his relatives from fighting. The Bursteads are a disfunctional family, who decides to spend New Year’s Eve in a country villa in Dorset. Colin tries to keep everything under control but the sudden comeback of his brother David – reckless womanizer who abandoned his wife and kids –  brings back his old deep resentment against him. Continua la lettura di “HAPPY NEW YEAR, COLIN BURSTEAD” BY BEN WHEATLEY

“HAPPY NEW YEAR, COLIN BURSTEAD” DI BEN WHEATLEY

“Se non ballano, si picchiano”. Con queste parole Colin, il figlio maggiore, cerca di prevenire possibili scontri tra i suoi parenti. I Burstead sono una famiglia disfunzionale che decide di trascorrere la serata di Capodanno in una villa di campagna del Dorset. Colin cerca di tenere le redini ma il ritorno improvviso del fratello David – donnaiolo incallito che, abbandonati moglie e figli, torna dopo cinque anni per redimersi – fa riemergere in lui un profondo risentimento nei confronti del fratello. Continua la lettura di “HAPPY NEW YEAR, COLIN BURSTEAD” DI BEN WHEATLEY

“LA NUIT A DÉVORÉ LE MONDE” BY DOMINIQUE ROCHER

Article by: Gianluca Tana

Translation by: Gianmarco Caniglia

In 2018 the image of the zombie is so ubiquitous in our media that it partly lost both its critical strength and its ability to scare us. Cinema, television, comics and video games exploited the figure of the living dead so much that it has become difficult to create something new. Dominique Rocher gives it a try by relegating this figure to the sidelines of his horror story. Of course, zombies are abundant in his movie, but they seem to be just a pretext to isolate the protagonist, Sam (Anders Danielsen Lie), in a lonesome captivity inside a Parisian apartment. It is the solitude, in fact, the real co-protagonist of the film. Overwhelming and empty silences that freeze the heart will accompany the last human during the long months of his survival, forcing him to find new ways to fill time and more importantly to stay sane, because spending too much time alone all by ourselves, we are all destined to go crazy. Unable to distinguish between reality and hallucination, Sam becomes his worst enemy, adopting a series of increasingly self-destructive attitudes, always trying to find new ways to remember himself he is still alive and is different from the creatures that surround him.

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“LA NUIT A DÉVORÉ LE MONDE” DI DOMINIQUE ROCHER

Nel 2018 la figura dello zombie è così onnipresente nei nostri media da aver perso in parte sia la sua forza critica, sia la sua capacità di far paura. Cinema, televisione, fumetti e videogiochi hanno sfruttato talmente tanto l’immagine dei morti viventi che risulta difficile creare qualcosa di nuovo. Dominique Rocher ci prova relegando questa figura al margine della sua storia horror. Ovviamente nel suo film gli zombie sono presenti in grande quantità, ma sembrano soltanto un pretesto per isolare il protagonista Sam (Anders Danielsen Lie) in una prigionia solitaria all’interno di un appartamento parigino. Continua la lettura di “LA NUIT A DÉVORÉ LE MONDE” DI DOMINIQUE ROCHER