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“THE CARD COUNTER” DI PAUL SCHRADER

Una figura si aggira per i casinò d’America: una figura spesso vestita di nero o di grigio, un autentico pugno in un occhio se messa a contatto con le luci sgargianti delle slot machines; una figura dallo sguardo tagliente, profondo e impenetrabile; una figura che, soprattutto, vince sempre al tavolo del Black Jack, non somme grosse, ma comunque discrete; un uomo (Oscar Isaac) che si fa chiamare William Tell, un nome troppo “grosso” rispetto al suo modo di fare geometrico e schivo. E che tuttavia ha attirato degli sguardi su di lui: quello di una “agente” di giocatori d’azzardo (Tiffany Haddish), che lo vorrebbe nella sua scuderia; e quello di un ragazzo, Cirk (Tye Sheridan), che vorrebbe assoldarlo per una missione che affonda le mani proprio nel suo passato, un passato che William farebbe di tutto pur di sotterrare.

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ROLLING THUNDER: THERE ARE NO AMERICAN FLAGS

Article by: Emanuel Trotto

Translation by: Paola Pupella

A Vietnam veteran, unsuited, insomniac, unable to integrate in society, finally arms himself and carries out a massacre. We are not talking about Taxi Driver, but a just subsequent film to Scorsese’s masterpiece (showing only one year later, in 1977): Rolling Thunder.

Both films arise from the anguished pen of Paul Schrader, who, after a noteworthy activity as a scriptwriter (The Yakuza for Sidney Pollack, Obsession for Brian De Palma), firmly intended to become a director. However, because of production problems, his project was rather handed to John Flynn as director and Heywood Gould as re-scriptwriter. Schrader’s debut will happen later, in 1978, with a working class drama entitled Blue Collar.

The story of alienation and revenge of Major Rane is perfect. When the protagonist comes back to his hometown in Texas, after 7 years of imprisonment in Vietnam (that scarred him deeply), his fellow citizens reward “his heroism” with a box of silver dollars. Some bandits proceed to steal his money and kill cruelly his wife and his child. Major Rane then decides to take the law into his own hands.

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“ROLLING THUNDER” DI JOHN FLYNN

Un reduce dal Vietnam disadattato, insonne, incapace di integrarsi nella Società alla fine del film si arma di tutto punto e fa una carneficina.  No, non sto parlando di Taxi Driver, bensì di un film appena successivo (di un anno: è infatti del 1977) al capolavoro di Scorsese: Rolling Thunder. Entrambi i film nascono dalla penna tormentata di Paul Schrader che, dopo una notevole attività di sceneggiatore (The Yakuza per Sidney Pollack, Complesso di colpa per Brian De Palma), era fermamente intenzionato a passare dietro la macchina da presa ma, per problemi produttivi, il progetto è stato poi affidato per la regia John Flynn e per la riscrittura a Heywood Gould.

Schrader esordì  ripiegando sul dramma “operaio” Tuta blu nello stesso anno. Ma la storia di alienazione e vendetta del Maggiore Rane era perfetta: questi torna a casa, in Texas, dopo sette anni di prigionia in Vietnam (che lo segnano profondamente) e la comunità gli riconosce “per eroismo” una cassa di dollari d’argento. Dei banditi rubano i soldi e gli uccidono barbaramente moglie e figlio. Rane decide di farsi giustizia da solo. Continua la lettura di “ROLLING THUNDER” DI JOHN FLYNN