Archivi categoria: TFF 36 – 2018

“BAD POEMS” BY GÁBOR REISZ

Article by: Cristina Danini

Translation by: Alice Marchi

As Tamàs (Gábor Reisz) is left by Anna, he doesn’t seem able to accept it. He wanders around Paris and comes back to his hometown Budapest, but he doesn’t want to talk to anybody about it. Life around him goes on, people find jobs, have children and talk about politics, but no one seems to understand him, not for real. His pain is just his, and no one else’s. Tamàs feels trapped in a mute movie where everyone passes him by, as if Anna had taken his life and his happy memories away from him. Tamàs is lost and, maybe, he really did lost himself, like it always happens when the end of a love-story hits us unexpectedly. Continua la lettura di “BAD POEMS” BY GÁBOR REISZ

“HIGH LIFE” BY CLAIRE DENIS

Article by: Chiara Rosaia

Translation by: Luca Bassani

Deconstructing the concept of genre, emptying it of any previous framework, is Claire Denis’s well-established habit. This time, the French filmmaker decided to do so through science fiction, keeping in mind her usual trademark approach.

High Life tells the story of a group of convicts, lifers and death row inmates who choose to spend the rest of their lives in outer space: in exchange for a pardon, they need to take part in an overtly suicidal scientific experiment.

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“HIGH LIFE” DI CLAIRE DENIS

Decostruire l’idea di genere, svuotandola di qualsiasi inquadramento pregresso, è un’abitudine ormai consolidata da parte di Claire Denis. Per farlo, questa volta, la cineasta francese decide di confrontarsi con la fantascienza, senza abbandonare il proprio approccio autoriale.

High Life racconta la storia di un gruppo di galeotti, ergastolani e condannati a morte che scelgono per condonare la propria pena di trascorrere il resto delle proprie vite nello spazio, prendendo parte a un esperimento scientifico dichiaratamente suicida.

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“EL REINO” DI RODRIGO SOROGOYEN

Cene, yacht e vini costosi, ma non solo. Viene infatti portato all’attenzione dello spettatore un libro mastro che contiene i dati di attività politiche illecite legate al vicesegretario regionale Manuel Lopez Vidal (Antonio de la Torre) e ad alcuni membri del suo partito. Questa è la prima scena che incornicia a dovere l’immagine di una classe politica spagnola profondamente corrotta, che ormai da tempo grazie a questi illeciti conduce una vita più che agiata. Ma in seguito ad alcune indagini cominciano ad emergere casi di corruzione che coinvolgono Manuel ed alcuni suoi colleghi. Egli viene infatti scelto dal suo partito come capro espiatorio, i suoi complici lo abbandonano e dopo diverse intercettazioni e una perquisizione operata dalla polizia anche i media cominciano ad attaccarlo pesantemente, fomentando l’odio dell’opinione pubblica.

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“THE FIRST MOTION OF THE IMMOVABLE” BY SEBASTIANO D’AYALA VALVA

Article by: Gianluca Tana

Translation by: Daniele Gianolio

A deafening music that dazes the listener while at the same time brings him to a far and remote place, a man who claimed to be guided by the Daevas in the composition of his lyrics and who spent his entire life in a psychiatric hospital, heavily stigmatized by the music scene of his own time. In short, Giacinto Scelsi appears to be a character taken out from the pages of a story by H. P. Lovercraft. The documentary by Sebastiano d’Ayala Valva, a descendant of the composer, succeeds in overcoming this damnation memoriae by portraying a man aware of his own means, a precursor of his time who, as often happens to the great visionaries, is not acknowledged by his contemporaries and thus, disdained. Continua la lettura di “THE FIRST MOTION OF THE IMMOVABLE” BY SEBASTIANO D’AYALA VALVA

“IL PRIMO MOTO DELL’IMMOBILE” DI SEBASTIANO D’AYALA VALVA

Un musica turbante che schiaccia l’ascoltatore e al contempo lo trasporta in un altrove lontano e remoto, un uomo che dichiarava di essere guidato nella composizione dai Daeva e che ha trascorso svariati anni della sua vita in un ospedale psichiatrico, criticato dalla scena musicale coeva. Giacinto Scelsi sembrerebbe un personaggio uscito dalle pagine di un racconto di H.P. Lovecraft, ma il documentario di Sebastiano d’Ayala Valva, discendente del compositore, riesce a superare questa damnatio memoriae mostrandoci un uomo conscio dei propri mezzi, un precursore dei tempi che, come spesso accade ai grandi visionari, non viene compreso e per questo rifiutato.   Continua la lettura di “IL PRIMO MOTO DELL’IMMOBILE” DI SEBASTIANO D’AYALA VALVA

“IN FABRIC” DI PETER STRICKLAND

In Fabric si apre nel periodo dei saldi invernali, la festività per eccellenza di chi segue la religione del consumismo che, per chi ancora non lo sapesse, ha come luogo di culto il centro commerciale e venera tutto ciò che è in vendita. Il film presenta due diverse storie: quella di Sheila (Marianna Jean-Baptiste), afroamericana di mezza età in cerca dell’amore nelle sezioni dei giornali dedicate ai cuori solitari; e quella di Reg (Leo Bill), tecnico dall’aria nerd che si occupa di riparazioni di lavatrici. Il fil rouge che collega le due vicende è un vestito (rosso, non ho resistito al gioco di parole) maledetto, portatore di sventura e di morte nella vita di chiunque scelga di indossarlo.

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“CATHARSYS OR THE AFINA TALES OF THE LOST WORLD” DI YASSINE MARCO MARROCCU

In un futuro non troppo lontano, dove una siccità che perdura da mesi sta sconvolgendo le vite degli uomini, Afina (Mohamed Zouaoui) viene scelto per partecipare ad un popolare show radiofonico. Qui ci racconta il viaggio di una vita straordinaria in una realtà prosciugata, dove l’amore è diventato superfluo, tutto è un caos e l’ordine è perduto. La mancanza d’acqua, fonte di vita, rappresenta l’assenza di linfa vitale nell’umanità, un nutrimento senza il quale l’uomo è destinato a perire. Continua la lettura di “CATHARSYS OR THE AFINA TALES OF THE LOST WORLD” DI YASSINE MARCO MARROCCU

“L’ULTIMA NOTTE” DI FRANCESCO BAROZZI

Nel 2012 un terribile caso di duplice omicidio alle porte di Modena sconvolse l’opinione pubblica e la mente di un giovane regista. Si tratta di Francesco Barozzi, che parte da questo inquietante spunto di cronaca nera per mettere in piedi il suo terzo lungometraggio, L’ultima notte, una produzione totalmente indipendente, un’impresa audace che non coglie nel segno.

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LUNGA VITA A ERMANNO OLMI

È iniziata nel primo pomeriggio di mercoledì 28 e si è conclusa in tarda serata la retrospettiva dedicata dal Torino Film Festival a Ermanno Olmi, un’occasione non solo per ricordare il regista scomparso lo scorso maggio, ma soprattutto per festeggiarlo, come ha tenuto a precisare la figlia Betta Olmi presente per l’occasione. Insieme a lei il fratello Fabio Olmi, Maurizio Zaccaro, Cecilia Valmarana, Mario Brenta, Giacomo Campiotti e Gianluca Della Cappa.  Un flusso continuo, come lo ha definito in apertura la direttrice Emanuela Martini, pensato come tentativo di dare una fisionomia di quello che è stato Olmi, grande regista ma anche grande uomo, anticipatore e poeta. Continua la lettura di LUNGA VITA A ERMANNO OLMI

“DRIVE ME HOME” BY SIMONE CATANIA

Article by: Tommaso Dufour

Translation by: Gianmarco Caniglia

One man from Caserta and the other from Rome: a few months ago, they did not know each other, but they have more than a few things in common. Marco D’Amore and Vinicio Marchioni are two talented actors with a solid experience. They have common theatrical backgrounds and frequent movie appearances, in addition to being well established among the public of the TV series made by the same director, Stefano Sollima, who “launched” the former with Romanzo Criminale (2008-2010) and the latter with Gomorra (2014 – ongoing). Today they are in Turin to present the first work of a young director, Simone Catania, a producer of documentary films who committed the two actors to a road movie that is touring Italy and Europe. Continua la lettura di “DRIVE ME HOME” BY SIMONE CATANIA

“DRIVE ME HOME” DI SIMONE CATANIA

Un casertano e un romano: fino a qualche mese fa non si conoscevano, ma non sono poche le cose che hanno in comune. Marco D’Amore e Vinicio Marchioni sono due attori di talento e di consolidata esperienza. Condividono la formazione teatrale e l’abituale frequentazione del cinema, oltre all’affermazione presso il pubblico delle serie tv ad opera dello stesso regista, Stefano Sollima, che ha “lanciato” il primo con Romanzo Criminale (2008-2010) e il secondo con Gomorra (2014- in corso). Oggi si trovano a Torino per presentare l’opera prima di un giovane regista, Simone Catania, produttore di documentari che ha impegnato i due attori in un road movie che attraversa l’Italia e l’Europa. Continua la lettura di “DRIVE ME HOME” DI SIMONE CATANIA

“UNTHINKABLE” DI CRAZY PICTURES

Il pregio di Unthinkable, blockbuster a basso costo ambientato nella Svezia contemporanea, prodotto dal collettivo Crazy Pictures con un finanziamento di soli 1,8 milioni di euro – di cui la metà raccolti in crowdfunding -, sta proprio nella resa spettacolare nonostante la scarsità di mezzi. Peccato che la grande padronanza tecnica non possa correggere le incongruenze di una sceneggiatura difettosa e a tratti involontariamente grottesca. Continua la lettura di “UNTHINKABLE” DI CRAZY PICTURES

“UNFORGETTABLES”, LA SEZIONE DI PUPI AVATI

“Quando stamattina mio fratello mi ha chiamato per dirmi di Bernardo, mi è mancato il fiato. Sapevo che stava immaginando di tornare a fare cinema. Questo sogno non si è realizzato”. A parlare è un commosso Pupi Avati, guest director del Torino Film Festival: “Il suo fisico non gli ubbidiva più ma la sua mente e la sua straordinaria progettualità non risentivano della malattia”.

Il ricordo del compianto Bernardo Bertolucci non poteva non aprire la seconda giornata dedicata a Unforgettables, retrospettiva dedicata ad alcune delle più tormentate vite degli eroi della musica. E nessuno meglio di Avati, grande ascoltatore di jazz e classica ma soprattutto clarinettista, poteva essere in grado di raccontare l’intimo rapporto che lega il cinema e la musica.

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“LA DISPARITION DES LUCIOLES” BY SÉBASTIEN PILOTE

Article by: Fulvio Melito

Translation by: Cinzia Angelini

Sébastien Pilote presents a film that moves between lights and shadows, and socio-economic issues. The key to interpret the film and its characters is to be found precisely in the title, La disparition des lucioles: as communicated by the radio announcer, it seems that the fireflies have become extinct for unclear reasons but, certainly, because of mankind. They are small lights in the dark which transform the disquieting into something romantic, just like the protagonist, who lives in a city afflicted by the lack of work and closed in a generational immobility.

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“LA DISPARITION DES LUCIOLES” di Sébastien Pilote

Sébastien Pilote presenta un film che si muove fra luci e ombre, e tra temi di carattere socio-economico. Proprio nel titolo, La disparition des lucioles, si trova la chiave per interpretare l’opera e i suoi personaggi: le lucciole, come comunica lo speaker radiofonico, sembrano essersi estinte per motivi poco chiari, ma certamente per colpa dell’uomo. Sono piccole luci nel buio che trasformano l’inquietante in romantico, proprio come la protagonista, che vive in una città afflitta dalla mancanza di lavoro e chiusa in un’immobilità generazionale.

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“SEX STORY” DI CRISTINA COMENICINI E ROBERTO MORONI

“In un mondo in cui tutto sembra possibile, non riusciamo più a raccontarci”: con questa frase Cristina Comencini riassume il senso più profondo del documentario presentato da lei e Roberto Moroni a questa edizione del Festival.

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ITALIANA.CORTI – PROGRAMME 2

Article by: Alessia Durante

Translation by: Laura Facciolo

A red door. An elevator. We are inside. That’s how Anna Franceschini, the director of What Time Is Love, shows us into a weird and forsaken place. We are in Nuremberg, and it soon becomes clear that we are in a building where toys are tested with the purpose of getting the suitability for the European Community. The images follow each other as fixed shots: a dancing panda, a saxophonist reindeer, a plastic tractor, an elephant puppet. They are suffering many tortures, because even objects can be subjected to violence.  Continua la lettura di ITALIANA.CORTI – PROGRAMME 2

ITALIANA.CORTI – PROGRAMMA 2

Una porta rossa. Un ascensore. Noi dentro. È in questo modo che Anna Franceschini, autrice di What Time Is Love, ci fa entrare in un luogo strano e desolato. Siamo a Norimberga in un edificio dove, lo capiamo subito, vengono testati dei giocattoli. Lo scopo: quello di ottenere l’idoneità per entrare nella Comunità europea. Le  immagini, per lo più inquadrature fisse, si susseguono: un panda ballerino, una renna sassofonista, una trattore di plastica, un elefante di peluche subiscono quelle che sembrano vere e proprie torture, perché in fin dei conti, anche gli oggetti possono subire violenza. Continua la lettura di ITALIANA.CORTI – PROGRAMMA 2

“INCIDENT IN A GHOSTLAND” DI PASCAL LAUGIER

Salutato come il cineasta che ha contribuito a riportare in auge l’horror francese con Martyrs (2008)Pascal Laugier torna alla regia (e alla sceneggiatura) firmando un altro film decisamente perturbante. Rispetto al predecessore, esperimento coraggioso che ha incassato pareri molto contrastanti, Incident in a Ghostland è un film meno arduo e più saldamente ancorato alle convenzioni del genere, concedendosi un omaggio al maestro del genere Lovecraft. Continua la lettura di “INCIDENT IN A GHOSTLAND” DI PASCAL LAUGIER