Cinque cortometraggi – TFF 2015

In un clima caldo e familiare, la sera di domenica 22, assistiamo alla prima dei cortometraggi di Spazio Torino e la tensione dell’attesa è palpabile. Probabilmente metà del pubblico presente conosce o ha collaborato direttamente alle riprese dei film, tanto che sono seduta a fianco della moglie dell’unico superstite della tragedia raccontata da Neve rosso sangue di Daniel Daquino, Evento Speciale della rassegna. Ambientato a Valmata, in provincia di Cuneo, il film vede protagonisti un gruppo di partigiani che poco prima della fine del secondo conflitto mondiale vengono trucidati dalla Brigata Bassano. Il film rievoca un clima che non è concesso dimenticare.

Segue Dust- La vita che vorrei di Gabriele Falsetta, un film girato nel Cottolengo di Torino. Esistenze dimenticate mostrano tutta la voglia di vivere che mantengono nonostante i tanti anni di internamento. L’iniziativa del regista mira a ridare voce a queste persone (molte sono presenti in sala e si divertono nel rivedersi), che hanno ancora molto da dire ed ora hanno un pubblico pronto ad ascoltarli.

Tra le poltrone della sala 1 del Reposi è presente  un grande artista, Ezio Gribaudo, protagonista del cortometraggio La magia bianca di Ezio Gribaudo di Marco Agostinelli e Andrea Liuzza, secondo film  in concorso per il Premio Achille Valdata di “Torinosette”. Questo artista, che ha ora 85 anni, ha deciso di raccontarsi da sé, raccontando la propria vita mentre si muove tra le vie del centro di Torino e le mura di quella casa straordinaria in collina che lo ospita da tanti anni.

Si passa poi a Tram Stories di Leone Balduzzi, un cortometraggio davvero corto (5.05 min) che è la rivelazione di questa edizione di Spazio Torino. Divertente, spumeggiante, inaspettato, racconta la vicenda di due giovani che si innamorano dopo uno sguardo scambiato sul tram. Ma la vera sorpresa sono le interviste ai personaggi che, con un incalzante montaggio, raccontano il loro punto di vista su un episodio che normalmente passerebbe inosservato.

La rassegna termina con un piccolo film punk, L’ultimo balcone  di Bruno Panebarco. Ambientato nel cortiletto interno di un condominio di via Mercanti, sviluppa un’idea di Maksim Cristan, che è nata con una serenata alla fidanzata Diana ed è diventata un cortometraggio molto apprezzato dal pubblico dei suoi fans.

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