“ATLAS” DI DAVID NAWRATH

Famiglia, rapporti interpersonali, perdono e violenza sono alcuni temi del primo lungometraggio a soggetto del regista tedesco David Nawrath che, insieme alla produttrice Britta Knoller, ha presentato il suo film in concorso per il TFF36. Walter (Rainer Bock) è il nome del protagonista che, alle dipendenze di un imprenditore colluso con la malavita, si guadagna da vivere sgomberando le case degli inquilini sfrattati; resistendo stoicamente alla fatica, mostrandosi impassibile alla brutalità e all’aggressività dei suoi colleghi più giovani, vive da solo, parla il meno possibile e dorme sul pavimento di casa. Nonostante appaia impermeabile agli eventi esterni, la sua vita sta per cambiare. Continua la lettura di “ATLAS” DI DAVID NAWRATH

“HOMO BOTANICUS” BY GUILLERMO QUINTERO

Article by: Andrea Bagnasco

Translation by: Cristiana Manni

The botanist Julio Betancur and his assistant Cristian Castro walk through the Colombian jungle collecting and cataloguing numerous plant species.

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“AZ ÚR HANGJA/HIS MASTER’S VOICE” DI GYÖRGY PÁLFI

Con His Master’s Voice l’ungherese György Pálfi, distintosi grazie al visionario Taxidermia, conferma la libera sperimentazione come imprescindibile approccio al mezzo cinematografico.

Il film, ispirato al romanzo La Voce del Padrone di Stanislaw Lem, racconta del viaggio intrapreso da Péter dall’Ungheria agli Stati Uniti alla ricerca del proprio padre, scienziato fuggito dall’Est Europa comunista abbandonando la famiglia negli anni della Guerra Fredda.

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“CHI-TOWN” BY NICK BUDABIN

Article by: Lorenzo Radin

Translation by: Letizia Bosello

It’s funny how our concept of “self-realisation” may change. Leaving the suburbs of Chicago, learning a new sport in the streets, becoming the Horizon League’s “player of the year” for two years in a row, being a step away from the NBA and being transferred to one of the major Italian professional teams means being successful. However, someone in the audience disagrees: if a basketball player doesn’t join the NBA, he is a loser.

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“CHI-TOWN” DI NICK BUDABIN

È curioso come cambi la nostra concezione di “realizzarsi”. Partire dai sobborghi di Chicago, imparare lo sport dalla strada, diventare per due anni di fila “player of the year” dell’Horizon League, arrivare ad un passo dall’NBA e trasferirsi in una delle principali squadre professionistiche italiane vuol dire realizzarsi. Ma qualcuno in sala non è d’accordo: se un giocatore di basket non entra nell’NBA è un fallito.

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“FIRST NIGHT NERVES” BY STANLEY KWAN

Article by: Gianluca Tana

Translation by: Alice Marchi

Director Stanley Kwan doesn’t need introduction. First Night Nerves represents for the director, who grew up during the Second New Wave of the Hong Kong cinema, a chance to come back home after a long absence. Even if many sequences have been filmed in a sound stage, the city plays a marginal yet fundamental role. The director sets the scene of the fictitious play Two Sisters in the Hong Kong city hall, for which a demolition proposal has been recently put forward. The director’s choice is a declaration of love for this building, where he spent a lot of time directing plays or taking part in film festivals. Continua la lettura di “FIRST NIGHT NERVES” BY STANLEY KWAN

“FIRST NIGHT NERVES” DI STANLEY KWAN

Stanley Kwan è un regista che non ha bisogno di presentazioni. Cresciuto nella seconda New Wave del cinema honkonghese, First Night Nerves rappresenta  per lui il ritorno alla sua città natale dopo un lungo periodo di assenza. Benché molte sequenze siano girate in un teatro di posa o in interni non meglio specificati, la città riveste un ruolo fondamentale – anche se non pregnante come nelle opere precedenti. Ambientare la messa in scena della fittizia pièce teatrale, Due sorelle, nel city hall di Hong Kong è poi una dichiarazione d’affetto per questo edificio, in cui il regista ha trascorso molto tempo tra direzione di spettacoli e festival di cinema, e di cui in anni recenti è stata proposta la demolizione. Continua la lettura di “FIRST NIGHT NERVES” DI STANLEY KWAN

“RIDE” BY VALERIO MASTANDREA

Article by: Alessia Durante

Translation by: Maria Elisa Catalano

Probably, only Valerio Mastandrea could title Ride (which means ‘to laugh’ in Italian) a film about pain and mourning: a title which becomes caustic and, as he declared during the press conference, a little paradoxical too. Especially considering that the protagonist Carolina laughs very little in those ninety minutes of darkness and, if not for what the other characters say to her (and to us), we would not see her laughing at all.

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“DULCINEA” DI LUCA FERRI

Dulcinea nasce dall’ideale fusione nella mente di Luca Ferri di Don Chisciotte e il romanzo Un amore di Buzzati.

Dulcinea racconta di una giovane donna che attende un cliente nel suo appartamento, in una Milano degli anni ’90 che resta sempre fuori dalle finestre e affiora soltanto dai rumori di fondo. Quanto al cliente, il moderno Don Chisciotte, non fa altro che pulire ossessivamente la sua casa, mentre la giovane si mette lo smalto, si trucca, si prova numerosi vestiti, fuma una sigaretta. Continua la lettura di “DULCINEA” DI LUCA FERRI

“RIDE” DI VALERIO MASTANDREA

Probabilmente soltanto Valerio Mastandrea poteva intitolare Ride un film sul dolore e sul lutto: un titolo che proprio per questo diventa caustico e – come egli stesso ha affermato in conferenza stampa – anche un po’ troppo paradossale. Soprattutto considerato che la protagonista Carolina ride pochissimo in quei novanta minuti di buio e, anzi, se non fosse per quello che le (e ci) viene detto dagli altri personaggi, non la vedremmo ridere quasi per niente.

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“4 BÂTIMENTS, FACE À LA MER” DI PHILIPPE ROUY

Dell’affascinante sezione di documentari del TFF, intitolata “Apocalisse”, fa parte 4 Bâtiments, face à la mer, documentario atipico che sfrutta le registrazioni perpetue di una webcam installata all’interno della centrale nucleare di Fukushima. Philippe Rouy, con queste immagini, realizza un film che offre allo spettatore diversi spunti di riflessione, in particolare sulla definizione e sul concetto stesso di apocalisse.

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“THE MAN WHO STOLE BANKSY” BY MARCO PROSERPIO

Article by: Laura Barbella

Translation by: Melania Petricola

Bodybuilder, taxi driver, thief and art dealer: Walid called The Beast is the first person that the director Marco Proserpio met after crossing the checkpoint from Jerusalem to Bethlehem. Along the way the huge taxi driver told him about how he carried off four tons of cement from the artwork Donkey with the Soldier by Banksy and how he put it up for auction on eBay for 100.000$.

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“THE MAN WHO STOLE BANKSY” DI MARCO PROSERPIO

Bodybuilder, tassista, ladro e mercante d’arte: Walid detto The Beast è la prima persona che il regista Marco Proserpio ha incontrato dopo aver attraversato il checkpoint da Gerusalemme a Betlemme. Durante il tragitto l’enorme tassista gli ha raccontato di come ha asportato quattro tonnellate di cemento con l’opera Donkey with the Soldier di Banksy e le ha messe all’asta su Ebay per 100.000$.

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“L’OSPITE” DI DUCCIO CHIARINI

Verte sulla precarietà questo “romanzo di formazione fuori tempo massimo”, come l’ha definito il regista stesso, che indaga il dissidio tra età biologica e psicologica. Duccio Chiarini arriva a Torino con il suo secondo film, L’ospite, compreso tra i titoli della sezione Festa Mobile del Torino Film Festival e accolto con calore dal pubblico in sala.

Un racconto equilibrato che mescola sapientemente ironia e dramma mostrando il “viaggio” di Guido, ricercatore universitario sulla soglia dei quaranta costretto a ricomporre i pezzi della propria esistenza dopo una relazione fallita.

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“IL MANGIATORE DI PIETRE” DI NICOLA BELLUCCI

Cesare (Luigi Lo Cascio) cammina col passo fermo della gente di montagna, come se le pietre le mangiasse coi piedi. Ha lo sguardo duro di chi sulle montagne ci è nato, di chi non saprebbe vivere altrove, di chi dalla montagna è stato scolpito. Continua la lettura di “IL MANGIATORE DI PIETRE” DI NICOLA BELLUCCI

“ALL THESE SMALL MOMENTS” BY MELISSA B. MILLER

Article by: Cristina Danini

Translation by: Silvia Fontana

Howie (Brendan Meyer) is sixteen years old and he’s at mercy of his life.  His parents want to divorce, or so it seems, and at school a classmate of his brother shows interest in him, but he only has eyes for the beautiful girl he takes the bus with. They have never talked to each other, she is older and he is very clumsy, but when their eyes meet, they both smile. Continua la lettura di “ALL THESE SMALL MOMENTS” BY MELISSA B. MILLER

“ALL THESE SMALL MOMENTS” DI MELISSA B. MILLER

Howie (Brendan Meyer) ha sedici anni ed è in balìa della sua vita. I genitori vogliono divorziare, o almeno così sembra, a scuola una compagna di suo fratello dimostra interesse per lui, che però non ha occhi che per la ragazza bellissima con cui prende sempre l’autobus. Non si sono mai parlati, lei è più grande e lui così impacciato, ma quando i loro sguardi si incrociano, sorridono entrambi. Continua la lettura di “ALL THESE SMALL MOMENTS” DI MELISSA B. MILLER

Il blog delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino